Delocalizzare in Romania. Oggi la situazione è cambiata. Si delocalizza sempre per ridurre i costi, ma anche per conquistare i mercati locali (che nel frattempo, come nel caso romeno, sono diventati interessanti), per costruire piattaforme tali da conquistare nuove geografie, per godere delle sovvenzioni e per partecipare a privatizzazioni. Il concetto di delocalizzazione, insomma, si fonde e si confonde con quello di internazionalizzazione.
Il fenomeno numericamente più rilevante è quello dei trasferimenti di attività manifatturiere per beneficiare di una capacità produttiva a costi inferiori. In questi casi le imprese mantengono in Italia il settore di Ricerca e Sviluppo; mentre quelle che in Romania hanno costituito delle unità divenute con il tempo più importanti di quelle italiane tendono a trasferire tutte le loro attività e ad avvalersi di professionisti locali. Alcune aziende, invece, nascono in Romania come nuove divisioni di imprese preesistenti. Ci sono poi casi di imprenditori che chiudono la società in Italia per poi costituirne una ex novo in Romania, nello stesso settore.